Vi sono famiglie reali in cui ognuno partecipa e arricchisce l'altro per un beneficio di tutti.Vi sono anche i teatri-famiglie: un esempio.
Luca, 38 anni, viveva in una famiglia matriarcale, il padre relegato a portare a casa il 'denaro' per il sostentamento della famiglia e la madre, che si occupava della crescita dei figli.
La mamma commentava/giudicava in continuazione i comportamenti dei figli, tendendo a valorizzare la figlia femmina e a screditare il maschio.
Non in modo palese, ma caricando di aspettative e di attese sempre più ambiziose le azioni del figlio maschio. Diceva continuamente che da lui si aspettava solo che facesse il suo dovere, nulla di più, ma almeno quello avrebbe dovuto farlo, senza dire che l'asticella del "dovere" veniva spostata sempre più in avanti e soprattutto senza mai riconoscere i meriti del figlio, ma elogiando la facilità con la quale la figlia raggiungeva certi obiettivi senza alcuno sforzo apparente.
Il figlio era come un atleta che ad ogni gara migliorava il suo risultato personale, ma non riceveva mai nessuna medaglia, veniva semplicemente iscritto ad una nuova gara sportiva e gli si "chiedeva" di migliorarsi continuamente.
Con il risultato di stancare e scoraggiare il figlio/atleta il quale si rifugiava nel "non riesco a fare più di così" Perdendo ogni gusto nel fare qualsiasi cosa, tanto non andava mai a podio sul quale invece la sorella era messa d ufficio.
Il figlio, da atleta normale, ma con tanta voglia di fare e buone possibilità , si trasformò in un attore che si limitava ad interpretare la parte del copione preparato dalla madre per lui.
Smise di essere se stesso ed indossò la maschera, occupò il posto sul palcoscenico della vita che la madre gli aveva preparato, recitando svogliatamente una parte, consapevole che avrebbe voluto e potuto fare di meglio.