Ho appena terminato la lettura di questo libro e mi è piaciuta l’attenzione che Erri de Luca ha dato ad una esperienza umana che tutti abbiamo prima o poi provato:
l’incapacità di capire cosa di accade nel presente.
Vi è mai capitato? A me sì.
Cito alcune frasi raccolte:
“L’uomo sa prevedere, incrociare il futuro combinando i sensi con le ipotesi, il gioco preferito. Ma del presente l’uomo non capisce niente.” (pg. 54)
In questo racconto De Luca paragona l’uomo all’animale che vive solo di presente, mentre l’uomo con la sua capacità di incrociare i propri dati sensoriali con la sua esperienza pensa di poter prevedere il futuro, restandone spesso intrappolato. Si fanno ipotesi che perlopiù servono a confermare le nostre aspettative, ma che in realtà poi si scopre non corrispondono a realtà.
Ancora:
“Niente aveva capito di quel presente che era già perduto. (....) Il presente è la solo conoscenza che serve. L’uomo non ci sa stare nel presente.” (pg. 57).
Sovente si fa l’amara scoperta che pur essendo convinti di stare facendo del nostro meglio per coltivare il nostro bene e la nostra soddisfazione, alla fine scopriamo con amarezza che abbiamo fatto esattamente il contrario.
Il percorso individuale su di sè serve anche a questo: a capire quali sono le convinzioni e le teorie che ci impediscono di vedere realmente come sono le cose e a rivederle in funzione del nostro beneficio e di chi ci sta accanto.
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