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IL TIMORE DI PARLARE

Aggiornamento: 31 ott 2020

Ogni volta che parliamo le nostre parole sono soggette ad un trattamento che può essere differente a seconda dell'accoglienza che incontrano.


La parola può andare incontro a tre diversi destini:


- può essere considerata un comando al quale sottomettersi o ribellarsi;


- può incontrare l'indifferenza altrui e quindi cadere nel vuoto;


- può essere fonte di nuovi pensieri, l'oggetto-parola diventa allora materia prima per un ulteriore lavoro.


Sappiamo quanto questi trattamenti possano produrre effetti diversi su di noi e sulla nostra persona, potremmo infatti sentirci rifiutati o ostacolati oppure accolti e accettati.


Se il nostro dire viene vissuto dagli altri come un comando, verrà molto probabilmente rifiutato. Taluni non riescono più a distinguere la domanda da un comando, dicono sempre di no alle richieste altrui perchè non vogliono essere 'comandati'.

Chi si trova ad avere a che fare con una persona con queste difficoltà si sentirà ahimé sempre rifiutato. Inoltre se sarà un bambino non si renderà conto che la patologia risiede nell'adulto che si prende cura di cui e tenderà invece a pensare di essere lui stesso a essere sbagliato e a sentirsi sempre in difetto.


Se il nostro dire invece cadrà sempre nel vuoto producendo indifferenza, ci si troverà a stare sempre più zitti, sentendosi anche qui rifiutati come persone.


Se invece il nostro dire troverà accoglienza e verrà preso in considerazione da un altro, allora ci si potrà sentire accolti e si potrà continuare a produrre parole sentendosi accettati. Ciò che fa la differenza non è nel sentirsi dire sempre di SI alle proprie richieste, quanto nel sentire che un altro ha preso in considerazione il nostro dire, seppure talvolta dirà NO alla nostra richiesta.


Ci si può facilmente rendere conto di quanto l'autostima risenta del trattamento ricevuto da bambini relativamente al proprio dire, derisi e talvolta umiliati durante l'infanzia, da adulti ci si sente in difficoltà in quello che dovrebbe essere il moto più semplice per un essere umano: parlare.


La maggior parte delle persone che incontro nel mio studio rivelano proprio questa difficoltà: parlare e comunicare il proprio pensiero per il timore di essere rifiutati. Perchè questa è stata la loro esperienza.


Durante il lavoro psicologico il parlare ritrova gradualmente la sua funzione, che è quella di comunicare se stessi incontrando la propria e altrui soddisfazione senza più timori, ma anzi con il desiderio di ritrovare rapporti autentici con le altre persone.


Se anche tu senti di essere in difficoltà a parlare, non esitare oltre e risolvi le tue difficoltà:


Beatrice Bianco -"Si può sempre dire tutto, ma non a tutti"


Beatrice Bianco

Psicologa esperta da oltre 20 anni

Autrice del libro "Sbloccati"- Anima Edizioni

Attualmente in vendita in formato e-book qui:




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